Gatti sui libri - Ciro in cerca d'amore
Ho rimandato la recensione di questo libro in Gatti sui libri per diverse settimane perché lo trovo talmente di valore e importante che temevo di non rendergli sufficientemente onore. Ma questa volta voglio provarci.
Si tratta di Ciro in cerca d'amore, di Beatrice Masini e illustrato da Octavia Monaco, edito da edizioni Arka. Non cito nemmeno l'età di riferimento perché per me questo è un libro veramente per tutti, dai bambini innamorati dei gatti e delle loro avventure, fino agli adulti, sia quelli convinti di non avere più nulla da imparare, sia quelli che vorrebbero conoscere meglio queste creature. Un libro che ambisce alla classicità, perché universale, trasversale, con molteplici piani di lettura. Ciro è un gatto che si aggira per le strade di Venezia in cerca d'amore. Ma Ciro cerca un amore autentico, in grado di riconoscerlo ed elevarlo come essere vivente.
Non si accontenta dell'amore elemosinato a gattine un po' superficiali, attente solo a regali e smancerìe.
Non gli basta l'amore di un soffiatore di vetro che fa a metà del suo panino con lui, perché "le bolle e il prosciutto non erano il tipo di amore che Ciro andava cercando".
Non gli basta l'amore dei turisti veneziani generosi di offerte perché "l'amore di merendine non era il tipo di amore che Ciro andava cercando".
Non gli basta battere i rivali per la conquista della gatta più ambita perché "l'amore non è una cosa che si vince".
E non gli basta l'amore di una donna che lo porta a casa con sé, lo riempie di pappa buona, di carezze e di baci ma chiude bene tutte le porte; Ciro fugge da quell'amore perché "non gli piaceva l'amore, se aveva quell'odore".
Alla fine Ciro troverà l'amore in un bambino, l'unico che sarà in grado di offrirgli un amore disinteressato, un amore che non odorerà di possesso né di baratto, un amore in cui Ciro sarà libero di esprimersi in pienezza, anche nelle sue autonomie.
Ho amato molto quest'opera per due aspetti: il primo è che, finalmente, ci consegna una storia sul desiderio di autodeterminazione dei gatti. In un mondo occidentale sempre più votato ad usare i gatti come feticci affettivi chiamati a compensare i nostri vuoti esistenziali, Ciro in cerca d'amore ci ricorda che anche i gatti sono creature fatte di desideri, desideri che ricercano e ai quali ambiscono ma che non sono a misura d'uomo. Sono desideri a immagine e somiglianza felina che se non vengono riconosciuti o, peggio, se vengono ignorati e compensati con offerte arbitrarie (il prosciutto del soffiatore di vetro, i baci della signora, le merendine dei turisti), provocano allontanamento, fuga, distanza.
La differenza la segna un bambino, perché? Perché i bambini, nella loro assenza di sovrastrutture culturali, nella capacità di interpretare in maniera diretta ed empatica il sentire degli animali, sono in grado di accogliere i gatti come Ciro nella loro unicità e nel desiderio di essere altro-da-loro.
Una lezione enorme anche per i genitori, un inno all'ascolto dei reali bisogni dei figli, troppo spesso ignorati o rimpiazzati da proiezioni personali. Il secondo aspetto interessante e che ho amato di questo libro è il fatto che passi in rassegna a tutti gli archetipi di essere umano che un gatto può incontrare. Abbiamo il soffiatore di vetro, accogliente come commensale ma non disponibile ad una relazione affettiva; i turisti distratti che guardano ai gatti come un divertente passatempo, un diversivo (quello che accade oggi ai milioni di gatti di youtube); il gondoliere maltrattante che getta Ciro in acqua perché reo di aver occupato un posticino vuoto sulla sua gondola (metafora meravigliosa del gatto "nocivo" da eradicare dall'ambiente mentre l'uomo continua a sfruttarlo indisturbato); c'è la gattofila accecata dal proprio bisogno di esprimere affetto, morbosa e protettiva, che riesce a offrire solo una claustrofobica gabbia dorata fatta di carezze e cibo scadente. E poi c'è il bambino, colui che, grazie alla curiosità e alla meraviglia con cui si affaccia al mondo, è autenticamente interessato alla singolarità che Ciro rappresenta.
In mezzo a tutta questa umanità, Ciro naviga con disinvoltura, in modo infaticabile, quasi ricalcando la storia della domesticazione che ha reso i gatti così vicini - ma mai adesivi - all'essere umano.
Un'opera che ci ricorda che i gatti sono anche questo, navigatori di umanità, sempre alla ricerca di un contatto, purché non si trasformi in giogo, in dipendenza. Un contatto in grado di valorizzare le diversità, decretando un diritto all'esistenza e all'autodeterminazione di cui non avremo mai abbastanza. Un libro meraviglioso che, se come me siete facilmente attraversabili da certe tematiche come fossero lame calde nel burro, vi farà galoppare il cuore nel petto ad ogni lettura.
Si tratta di Ciro in cerca d'amore, di Beatrice Masini e illustrato da Octavia Monaco, edito da edizioni Arka. Non cito nemmeno l'età di riferimento perché per me questo è un libro veramente per tutti, dai bambini innamorati dei gatti e delle loro avventure, fino agli adulti, sia quelli convinti di non avere più nulla da imparare, sia quelli che vorrebbero conoscere meglio queste creature. Un libro che ambisce alla classicità, perché universale, trasversale, con molteplici piani di lettura. Ciro è un gatto che si aggira per le strade di Venezia in cerca d'amore. Ma Ciro cerca un amore autentico, in grado di riconoscerlo ed elevarlo come essere vivente.
Non si accontenta dell'amore elemosinato a gattine un po' superficiali, attente solo a regali e smancerìe.
Non gli basta l'amore di un soffiatore di vetro che fa a metà del suo panino con lui, perché "le bolle e il prosciutto non erano il tipo di amore che Ciro andava cercando".
Non gli basta l'amore dei turisti veneziani generosi di offerte perché "l'amore di merendine non era il tipo di amore che Ciro andava cercando".
Non gli basta battere i rivali per la conquista della gatta più ambita perché "l'amore non è una cosa che si vince".
E non gli basta l'amore di una donna che lo porta a casa con sé, lo riempie di pappa buona, di carezze e di baci ma chiude bene tutte le porte; Ciro fugge da quell'amore perché "non gli piaceva l'amore, se aveva quell'odore".
Alla fine Ciro troverà l'amore in un bambino, l'unico che sarà in grado di offrirgli un amore disinteressato, un amore che non odorerà di possesso né di baratto, un amore in cui Ciro sarà libero di esprimersi in pienezza, anche nelle sue autonomie.
Amore di tetti vicini.E' un libro che mi emoziona ogni volta che lo leggo. Il testo è perfetto, ogni parola trova una sua precisa collocazione in una danza emotiva in cui è impossibile non sentire quel che sente Ciro.
Amore di cibo, ma con le porte aperte.
Amore di giochi, ma solo se vuoi tu.
Amore di carezze, ma solo quando vuoi tu.
E così balzò in grembo al bambino e fece le fusa, molto piano.
Non sono tuo, diceva, ma posso stare vicino a te.
Ho amato molto quest'opera per due aspetti: il primo è che, finalmente, ci consegna una storia sul desiderio di autodeterminazione dei gatti. In un mondo occidentale sempre più votato ad usare i gatti come feticci affettivi chiamati a compensare i nostri vuoti esistenziali, Ciro in cerca d'amore ci ricorda che anche i gatti sono creature fatte di desideri, desideri che ricercano e ai quali ambiscono ma che non sono a misura d'uomo. Sono desideri a immagine e somiglianza felina che se non vengono riconosciuti o, peggio, se vengono ignorati e compensati con offerte arbitrarie (il prosciutto del soffiatore di vetro, i baci della signora, le merendine dei turisti), provocano allontanamento, fuga, distanza.
La differenza la segna un bambino, perché? Perché i bambini, nella loro assenza di sovrastrutture culturali, nella capacità di interpretare in maniera diretta ed empatica il sentire degli animali, sono in grado di accogliere i gatti come Ciro nella loro unicità e nel desiderio di essere altro-da-loro.
Tutti questi gatti sono così normali che li trovi dappertutto, anche nei libri. Tu no. Tu sei unico.dice il bambino a Ciro sfogliando un libro sui gatti. Il bambino vede Ciro per quello che è ma non ha la presunzione di offrirgli una via di salvezza, un'ipotesi di vita. Gli chiede se vuole essere il suo gatto ma preciserà che rispetterà le sue condizioni, accogliendo il punto di vista di Ciro e le sue scelte.
Una lezione enorme anche per i genitori, un inno all'ascolto dei reali bisogni dei figli, troppo spesso ignorati o rimpiazzati da proiezioni personali. Il secondo aspetto interessante e che ho amato di questo libro è il fatto che passi in rassegna a tutti gli archetipi di essere umano che un gatto può incontrare. Abbiamo il soffiatore di vetro, accogliente come commensale ma non disponibile ad una relazione affettiva; i turisti distratti che guardano ai gatti come un divertente passatempo, un diversivo (quello che accade oggi ai milioni di gatti di youtube); il gondoliere maltrattante che getta Ciro in acqua perché reo di aver occupato un posticino vuoto sulla sua gondola (metafora meravigliosa del gatto "nocivo" da eradicare dall'ambiente mentre l'uomo continua a sfruttarlo indisturbato); c'è la gattofila accecata dal proprio bisogno di esprimere affetto, morbosa e protettiva, che riesce a offrire solo una claustrofobica gabbia dorata fatta di carezze e cibo scadente. E poi c'è il bambino, colui che, grazie alla curiosità e alla meraviglia con cui si affaccia al mondo, è autenticamente interessato alla singolarità che Ciro rappresenta.
In mezzo a tutta questa umanità, Ciro naviga con disinvoltura, in modo infaticabile, quasi ricalcando la storia della domesticazione che ha reso i gatti così vicini - ma mai adesivi - all'essere umano.
Un'opera che ci ricorda che i gatti sono anche questo, navigatori di umanità, sempre alla ricerca di un contatto, purché non si trasformi in giogo, in dipendenza. Un contatto in grado di valorizzare le diversità, decretando un diritto all'esistenza e all'autodeterminazione di cui non avremo mai abbastanza. Un libro meraviglioso che, se come me siete facilmente attraversabili da certe tematiche come fossero lame calde nel burro, vi farà galoppare il cuore nel petto ad ogni lettura.